Abbiamo perso qualcosa.
- stasimos
- 24 mar 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Una settimana fa, nel bel mezzo di quello che abbiamo imparato a pensare come l’inizio di qualcosa di enorme, ho ricevuto una lettera da un giornale, che mi chiedeva di inviare un articolo per quello stesso giorno. Il giornale era (è?) sul turismo di massa nei siti turistici e sugli effetti collaterali indesiderati. L'articolo, a partire da oggi, potrebbe essere pubblicato su una rivista di storia dell’Europa moderna. Quello che pensavamo fosse “contemporaneo” non c’è più. E’ andato. “Tutto ciò che è solido, si scioglie nell’aria”, come ha scritto Marx.
Non ho parole per interpretare ciò che sta accadendo, perché non ho i pensieri per elaborare le trasformazioni in corso.
Il tempo è fondamentale, qui.
Bloccato nel mio appartamento, il tempo è ancora più fastidioso dello spazio.
La segregazione spaziale, l'isolamento e il confinamento sono facili da comprendere, anche quando comportano la perdita di diritti e libertà.
Proprio perché stiamo perdendo questi diritti, siamo pienamente consapevoli della trasformazione spaziale che si sta verificando.
Abbiamo perso qualcosa, sappiamo cos'è e ancora lo desideriamo.
Lo spazio si è congelato.

Commenti