Il ribelle è il singolo, l'uomo concreto che agisce nel caso concreto.Per sapere che cosa sia giusto, non gli servono teorie, né leggi escogitate da qualche giurista di partito. Il ribelle attinge alle fonti della moralità non disperse nei canali delle istituzioni. Qui, purché in lui sopravviva qualche purezza, tutto diventa semplice.
Inizia così il libro "Trattato del ribelle" di Ernest Junger, in queste prime frasi c'è l'essenza del periodo che stiamo vivendo.
L'uomo moderno non agisce nel concreto e non agisce nel giusto, e piuttosto l'uomo a cui servono leggi sempre più restrittive per riempire la mancanza di moralità e di buon senso. Egli risponde ad una sola legge personale quella dell'individualismo, tramutato nel perbenismo dell' "andrà tutto bene"; andrà tutto bene? per chi? per te?.
Il perbenismo che trasforma l'egoismo e la competizione per tutto, dove il comprare più dell'altro solidifica uno status quo che non si ha più la possibilità di mostrare attraverso i percorsi spa alle terme più esclusive della Val d'Aosta. In una spirale di perbenismo manifestata dai canti dal balcone o dai canti gregoriani volti alla Nazione rappresentante di una comunità mai percepita come tale sotterrata dal malaffare e dall'egoismo della società liquida. Ostinata dalla velocità, dalla competizione e dall'individualismo. Come possiamo notare cambiano le forme ma mai la natura.
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