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CREDENZIALI D'ACCESSO

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Che ce voj fa?

Non smetteremo mai di esplorare.

E alla fine di tutto il nostro andare

ritorneremo al punto di partenza

per conoscerlo per la prima volta.

(T.S. Eliot 1943)

Bion ritiene che l’elemento fenomenologico che approssima l’esperienza psicoanalitica all’esperienza mistica è precisamente questa turbolenza che si manifesta con sensazioni di annichilimento, panico, frammentazione.

Nel confronto con se stessa e con “O”, la mente umana collassa inondandosi d’innominabile terrore, posto che l’incontro con “O” non avviene nell’armonia del Nirvana ma piuttosto attraverso una “catastrofica” esperienza di “fine del mondo”.

In quest’area di contatto con “O”, con la Verità, si innescano processi molto attigui all’esperienza della psicosi, con il prodursi di spirali di sensazioni che trascinano il Sé verso il vuoto, la vertigine, l’informe e l’ignoto…

Bion spinse alle estreme conseguenze la nozione freudiana di “attenzione fluttuante”. (A questo proposito è utile ricordare, con Franco Filho 2007, la raccomandazione espressa dallo stesso Freud in una lettera a Lou Andreas-Salomé: “Ci dobbiamo accecare artificialmente fino a intravedere una fiaccola di luce nell’oscurità”).

Precisa Parthenope Bion (Bion Talamo 1996): “L’esperienza di affrontare questa tenebra interiore e caos, per dirla molto brevemente, è esattamente ciò che Bion intende con l’idea di contemplazione della posizione schizo-paranoide, senza memoria, desiderio di comprensione immediata

D’altra parte, è precisamente in quest’oscillazione Ps<—>D tra stati di dispersione e d’integrazione, Essere e Non-Essere, Eros e Thanatos, vita e morte, Ying e Yang, Samsara e Nirvana che si situa quello stesso “Divenire” considerato da Eraclito come un archetipo universale: il perpetuo cambiamento, un Essere in movimento che si trasforma e si rigenera in continua mutazione.

Commenta l’indianista francese Alain Daniélou: “La Verità è una. Non esiste qualcosa come una sapienza occidentale e una orientale, una scienza che si oppone alla religione: queste non sono se non forme distinte della stessa ricerca”.

Franco Filho (2007), “la psicoanalisi non pretende di essere una risposta, ma piuttosto una domanda. Sostenersi nel silenzio, nella cesura di una domanda senza risposta, presuppone un atto di fede e di tolleranza fondamentale. In questo vertice, si avvicinano gli psicoanalisti, i mistici, i poeti, gli scienziati in generale”.


“Ciò che il bruco considera la fine del mondo il maestro lo nomina farfalla” (Aforisma buddista di area Zen)


liberamente tratto da non so più dove

letture ai tempi del corona virus


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