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CREDENZIALI D'ACCESSO

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Voci dalla nuova Scuola



Insegno da 30 anni nella Scuola Statale. I primi sei mi hanno vista alle prese con bambini dai 3 ai 6 anni. Tanta fatica, ma grandi soddisfazioni. Gli altri venti li ho impegnati, con altrettante fatiche e soddisfazioni, nella scuola Primaria. Mi sono formata con l'idea di una scuola inclusiva, partecipativa, entusiasmante, motivante, ma purtroppo, a partire dagli anni 2000 ho assistito ad un graduale e crescente depauperamento della forza educativa e formativa della Scuola Statale, a partire, proprio, da quei principi citati prima.

Aziendalizzazione, verticismo, dirigismo e autonomia trasformata e virata verso una gestione poco cristallina dei fondi d'istituto, erogati per le attività organizzative e per i progetti.

Gli ultimi quattro anni, di cui uno ancora in corso, li ho assaporati ancora di più in quanto ho avuto la fortuna di poter insegnare italiano per stranieri nel CPIA (Centro Provinciale per Istruzione Adulti istituito dal MIUR). Pur registrando gravi e grandi falle nell'organizzazione dei CPIA (ex CTP) e pur soffrendo della continua discriminazione che tale ordine di Scuola subisce, anche da parte delle altre scuole statali, si è acuita la mia voglia di insegnare, di studiare nuove metodologie glotto-didattiche, di conoscere nuovi mondi e culture attraverso i miei cari corsisti.


Ebbene, arrivo al punto. L'emergenza dovuta al nuovo coronavirus ha, di colpo, cambiato lo scenario scolastico e non solo di questo, ovviamente. Entra in ballo, ormai in modo impetuoso, la DAD, ossia la Didattica a Distanza, cogliendo impreparata la stragrande maggioranza dei docenti, i quali hanno dovuto, da un giorno all'altro, confrontarsi con una realtà diversa. L' impreparazione, però, non è stata maggiormente quella legata all'uso di piattaforme per tale scopo: per i CPIA, per esempio, sono previste almeno 20 ore di FAD (formazione a distanza) in aggiunta alle ore in presenza e qualche docente le ha anche messe in pratica.

No, l'impreparazione è stata quella di dover interrompere di colpo una relazione umana, ciò che rende possibile ed efficace tutto il complesso processo formativo.

Un'emergenza destinata, ahimè, a protrarsi a lungo e a diventare consuetudine istituzionalizzata.


Mi manca la vera scuola, mi mancano i sorrisi dei miei corsisti. Mi manca il loro vissuto, mi mancano i loro racconti. Corsisti provenienti da moltissime parti del mondo, principalmente da quelle più disagiate, corsisti che, con la loro difficoltà di vivere in un contesto diverso dal proprio, hanno tanta voglia di imparare, di prendere un attestato, un titolo di studio.

Ho iniziato anch'io ad elaborare lezioni a distanza attraverso una piattaforma, cercando di intercettare i miei studenti, di "scovarli" quasi, di motivarli a seguire una "nuova" forma di scuola, dicendo loro che sarebbe stato per poco tempo, in attesa di rientrare in aula.

Per molti giorni ho inviato messaggi sul gruppo whatsapp con tante faccine sorridenti, con tanti "coraggio", con tanti "vi aspetto sulla piattaforma" oppure con "vi ho inviato una email", ma su una ventina di corsisti mi hanno risposto in pochi, solo con un "ciao maestra, tutto bene?" o giù di lì. Ora solo cinque corsisti seguono le mie video lezioni e svolgono gli esercizi e vi assicuro che ciò mortifica me e loro, specialmente chi NON PUÒ collegarsi per mancanza di mezzi, chi NON PUÒ perché ha problemi di lavoro e quindi non ha la testa per la lezione e chi, semplicemente NON VUOLE perché non sa concepire una lezione così congegnata, considerandola inefficace.


A lungo termine queste lezioni a distanza saranno sempre più separatrici, escludenti, demotivanti e deprimenti. Gioveranno e saranno molto produttive solo ai proprietari delle grandi piattaforme, come quella di Google e Microsoft, colossi privati a cui LA SCUOLA PUBBLICA affida, in via ufficiale, tutta la gestione dei dati di studenti e docenti.

Ma perché non utilizzare una piattaforma, un sistema di DAD, gestito direttamente dal MIUR?

Questo e tanti altri sono gli interrogativi che mi passano per la mente, mentre penso a come evolverà questa triste vicenda che sta colpendo tutti noi.




Una Insegnante della Scuola Statale







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